domenica 17 maggio 2020

Vilfredo Pareto: i limiti del calcolo

Vilfredo Pareto visse nella seconda metà dell'ottocento e studiò presso la Scuola di Applicazione per Ingegneri di Torino, laureandosi nel 1869.
Dopo un breve carriera come ingegnere, Pareto, decise di occuparsi di Economia. Lo studioso incominciò ad interessarsi all'economia da un punto di vista matematico. Nel 1894, Pareto, divenne professore di economia politica presso l'Università di Losanna. Nel frattempo i suoi studi scientifici sull'economia continuavano, dando origine a quella che fu considerata una nuova disciplina: “l'econometria”. Pareto si accorse che l'applicazione di modelli matematici in ambito economico  risultava impossibile, in quanto lo sviluppo economico non seguiva un andamento lineare, e dunque risultava soggetto a variazioni incontrollabili. L'uomo si comporta secondo il proprio istinto e dunque risulta difficile analizzare e fare previsioni sul futuro basandosi sul comportamento umano ma soprattutto verificò che una minima perturbazione dei dati porta a grandi conseguenze nei risultatati.
Pareto decise allora di spostare la sua attenzione verso la sociologia, disciplina che si occupa dello studio del comportamento umano. In particolare decise di concentrarsi sulla “stratificazione sociale di base naturale”, insieme al politologo Gaetano Mosca. Dai suoi studi si evince quella che è considerata come la “piramide sociale”. Tale grafico mostra come all'aumentare del reddito medio pro capite diminuisce il numero di persone che lo possiedono, formando, così, una ristretta cerchia che è in grado di avere posizioni privilegiate nella società.

Vilfredo Pareto
Fonte:
Vilfredo Pareto

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