sabato 11 aprile 2020

Calcolo e la LETTERATURA narrativa: step 6

"— Sì, tutti riconoscono ormai che il calore aumenta circa di un 
grado ogni settanta piedi di profondità sotto la superficie del globo; ora, ammettendo questa proporzionalità come costante, dato che il raggio terrestre è di circa mille e cinquecento leghe,11 al centro vi deve essere una temperatura che supera i duecentomila gradi. Le sostanze dell'interno della Terra si trovano dunque allo stato di gas incandescenti, perché sia i metalli, l'oro, il platino, sia le rocce più dure non resistono a un calore simile. Così, mi sembra di avere il diritto di domandare come sia possibile entrare in un luogo del genere/ — Dunque, Axel, è il calore che ti dà fastidio? — Certo. Se soltanto arrivassimo a una profondità di dieci leghe, avremmo raggiunto il limite della crosta terrestre, perché in quel punto la temperatura è già superiore ai mille e trecento gradi. — E tu hai paura di fondere? — Lascio decidere a voi, — risposi seccato. 
— “Ed ecco che cosa decido, — replicò il professor Lidenbrock con sussiego; — che né tu né nessun altro sa esattamente quello che succede all'interno del globo, per il fatto che se ne conosce solo la dodicimillesima parte del raggio; che la scienza è eminentemente perfezionabile e che ogni teoria è incessantemente distrutta da una teoria più recente. Non si è creduto fino ai tempi di Fourier che la temperatura degli spazi celesti andasse sempre più diminuendo, e non si sa forse al giorno d'oggi che i maggiori freddi delle regioni eteree non superano i quaranta o cinquanta gradi sotto zero? Perché non dovrebbe avvenire lo stesso per il calore interno? Perché non potrebbe, a una certa profondità, toccare un limite insuperabile, invece di seguitare ad aumentare fino al punto di fusione dei minerali più refrattari? 
Siccome lo zio poneva la questione sul piano delle ipotesi, non ebbi nulla da rispondere. 
—Ebbene, ti dirò che scienziati veri, Poisson fra gli altri, hanno provato che, se nell'interno del globo esistesse un calore di duecentomila gradi, i gas incandescenti provenienti dalle sostanze fuse avrebbero una tale forza di espansione che la crosta terrestre non potrebbe resistere e scoppierebbe, come le pareti d'una caldaia sotto la pressione del vapore."
(tratto da: "Viaggio al centro della Terra" di Jules Verne)

Questo estratto è tratto dall'opera: “Viaggio al centro della Terra” di Jules Verne pubblicato nel 1864. Jules Verne fu influenzato dalle nuove scoperte tecnologiche del periodo della “Belle EPOQUE”, non a caso nei suoi romanzi si trovano costruzioni futuristiche per l'epoca. In questo frammento il protagonista Axel, e suo zio, Lidenbrock discutono del calore presente al centro della Terra.
Nel passagio vengono citati alcuni matematici francesi come Joseph Fourier e Denis Poisson e le loro teorie, ad esempio Fourier sosteneva che le temperature nei corpi celesti diminuiva mentre Poisson affermava che se il centro della Terra fosse arrivato a temperature elevatissime avrebbe fatto esplodere i gas al suo interno. Vediamo come i due personaggi hanno un'ottima conoscenza delle teorie del tempo. Possiamo vedere inoltre l'applicazione del calcolo della proporzionalità tra raggio della terra e temperatura del centro della terra.

Fonte:
Testo integrale: "Viaggio al centro della Terra"

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