lunedì 20 aprile 2020

L'uomo preistorico e il calcolo

La più antica testimonianza di reperti con la rappresentazione di numeri fu trovata a Lebombo, Swaziland, nell'Africa del Sud, risalente a 37.000 anni fa. Tale reperto rappresenta un insieme di tacche disposte in gruppo incise su una fibula di babbuino.
In ambito Europeo il reperto più antico, riguardante la raffigurazione di numeri, risale a cinquemila anni fa, fu ritrovato in Cecoslovacchia dove, su una tibia di Lupo, vennero incise 57 tacche.

Perché l'uomo aveva bisogno di contare?


Si ritiene che l'uomo iniziò a contare circa 30.000 anni fa, tra il Paleolitico e il Neolitico. In questo
periodo storico si passa dal nomadismo al sedentarismo quando l'uomo avvertì la necessità di ripartire il cibo o contare i capi di bestiame, calcoli effettuati con l'ausilio di operazioni come le addizioni e le divisioni.
Si pensa che la capacità dell'uomo di contare sia innata, infatti un bambino impara a contare fin da piccolo come l'uomo primitivo che ha inventato i numeri prima della scrittura.

Osso di Lebombo

Fonte:


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